Formazione a distanza (FAD)

L’avvento del Covid 19 nelle nostre aziende, nelle nostre case, nel nostro modo di vivere e lavorare ha segnato una svolta tra le più importanti di questo secolo, assieme alle altre tre grandi rivoluzioni in corso: globalizzazione, digitalizzazione e robotica.

Il Coronavirus non sarà una parentesi nel nostro normale modo di vivere e lavorare, non ci sarà nessun ritorno alla normalità, ma un acceleratore dei processi che la digitalizzazione sta apportando nel nostro modo di comunicare.

Sono convinto che tra gli elementi di questa nuova normalità per quanto riguarda le imprese ci saranno due sfide cruciali:

  1. Un nuovo modo di produrre e lavorare pensando al rapporto tra dinamiche economiche, risorse ambientali, nuovi bisogni di consumatori e organizzazioni, nuove ricchezze e nuove povertà (economia sostenibile)

2. Un nuovo modo di comunicare all’interno dei sistemi organizzativi e tra le imprese, professionisti, consumatori e enti pubblici.

Da un punto di vista della Formazione dovremo probabilmente aspettarci cambiamenti importanti sia per quanto riguarda i bisogni formativi che la metodologia di lavoro.

Per quanto riguarda i nuovi bisogni formativi che andremo a soddisfare, in questo periodo ho ascoltato con partecipazione le considerazioni, le preoccupazioni e le aspirazioni che i miei clienti, dei discenti, degli enti che erogano la formazione e ho raccolto moltissime idee che qui provo a sintetizzare:

  1. Gestire il cambiamento: quali sono le paure che ci fermano, che ci impediscono di cambiare i nostri schemi? Quali opportunità e quali rischi troviamo davanti a noi? Quali saranno gli scenari futuri? Riusciamo a ripensare al nostro business in maniera creativa? Riuscirà a sopravvivere la mia azienda? Perderò il mio posto di lavoro?
  2. Creare relazioni efficaci: la comunicazione in presenza per moltissimi aspetti non sarà sostituibile, ma sarà sempre più affiancata alla comunicazione digitale sia nelle relazioni interne che esterne (marketing, vendite, acquisti, ecc.);
  3. Pensare per obiettivi: un nuovo modo di lavorare orientato più ai risultati che al tempo dedicato; un lavoro che richiederà più autonomia, responsabilità, capacità di gestire tempi e risorse, ma anche un nuovo stile di leadership

Traducendo questi nuovi bisogni in obiettivi formativi ho individuato alcune aree sulle quali con alcuni miei clienti stiamo lavorando con successo proprio in questi giorni:

  1. Creatività e pensiero strategico: capacità di problem solving integrando il pensiero divergente con quello convergente, lungimiranza, visione;
  2. Intelligenza emotiva: capacità di riconoscere e gestire le proprie emozioni, di motivare e guidare se stessi, capacità di comprendere le emozioni altrui e instaurare relazioni empatiche;
  3. Comunicazione: capacità di ascolto e comprensione, competenze verbali e non verbali applicate ai differenti canali comunicativi, negoziazione, teamwork e comunicazione assertiva;
  4. Leadership partecipativa: la capacità di ascoltare, motivare e ispirare i propri collaboratori verso obiettivi condivisi in uno scenario dove è sempre meno efficace il controllo e sempre più importante la fiducia e la motivazione intrinseca;
  5. Competenze realizzative: saper definire o negoziare in maniera efficace gli obiettivi e pianificare le azioni concrete per raggiungerli, la gestione delle risorse economiche, temporali e umane a disposizione, autonomia e capacità di delega.

Accanto alle competenze soft qui sopra descritte possiamo aggiungere alcune competenze operative che sono la loro applicazione pratica:

  1. Marketing e vendite: analisi dei bisogni, customer satisfaction, sviluppo di nuovi prodotti, vendita a distanza, gestione dei reclami
  2. Recupero crediti: negoziazione e comunicazione efficace
  3. Marketing di acquisto e gestione dei fornitori
  4. Teamwork: collaborare al meglio tra colleghi anche a distanza
  5. Competenze linguistiche
  6. Competenze digitali